Inchiostro su carta

Nel primo lockdown è stato per me devastante, restare bloccato e chiuso in casa senza potermi esprimere nella mia gestualità e nella mia ricerca, venendo a mancare i movimenti del mio lavoro, mi sembrava davvero una follia.
Sentivo di dover agire per non stare male. Ho recuperato il materiale in fretta e furia, trovando inchiostri colorati insieme alla carta. Sinceramente è stata la mia salvezza. Riprendere il processo di elaborazione della ricerca artistica mi ha dato la possibilità di respirare, in qualche modo l’ho considerato terapeutico.
Mi sono trovato costretto a lavorare con la pittura, nonostante tutte le difficoltà pratiche ho riscoperto il vero piacere della continuità e delle evoluzioni, che giorno dopo giorno si riesce ad ottenere.

senza titolo, 2020; 20×20; inchiostro su carta

In questo primo lockdown ho perso mia madre, era una poetessa, Milli Graffi, lei sapeva aiutarmi senza stravolgere il mio pensiero negli scritti e nei titoli delle opere, era per me un supporto essenziale, di grande aiuto.
A giugno ho potuto mettermi alla ricerca di una carta più pregiata, più adatta a continuare l’esperienza con gli inchiostri, ho avuto più possibilità e anche con differenti formati.
Mi sono impostato una sorta di matrice, usando la stoffa che viene imbevuta, macchiata ed elaborata con un gioco di gesti accidentali e da circostanze fortuite. Durante la fase di asciugatura il quadro si modifica e si evolve. Successivamente alla fase di asciugatura del supporto e della matrice in stoffa, vengono separati i due elementi, il risultato è duplice: la carta che riceve l’impronta dalla stoffa e la matrice in stoffa che ha un suo ulteriore fascino.

Valerio Anceschi